Storia
- COME TUTTO È INIZIATO
UN ARTIGIANO VISIONARIO: LUCIANO PALETTI - L’INNOVAZIONE NATA NELLA CANTINA
- LA RIVOLUZIONE DELLA TELAISTICA
- UN LEGAME TRA PASSIONE E INNOVAZIONE
- LA SFIDA DELL’ARTIGIANATO CICLISTICO TRA QUALITÀ E MODA
- LA PASSIONE FAMILIARE E LO SPORT
- L’EREDITÀ DI LUCIANO PALETTI: UNA PASSIONE CHE CONTINUA

Luciano Paletti, nato a Bondeno nel 1947, sviluppò fin da giovane una passione non solo per il ciclismo come sport, ma anche per la tecnologia che sta dietro alla bicicletta. Infatti la sua carriera iniziò nel mondo delle corse, ma il suo interesse si estese rapidamente al funzionamento meccanico delle bici.
Nel corso della sua carriera, ha progettato, costruito e brevettato soluzioni rivoluzionarie nel campo della telaistica per biciclette, anticipando le grandi aziende internazionali di almeno trent’anni.
La passione di Paletti per l’innovazione andava oltre l’officina: ogni sera, nel suo tempo libero, si rifugiava in cantina per sperimentare nuove idee. Fu lì che creò il primo prototipo di bicicletta destinato a rivoluzionare il mondo delle due ruote. Nel 1969, incontrò De Rosa a Milano grazie all’aiuto del meccanico Savigni, un incontro che segnò il suo destino. Ritornò più volte da De Rosa per perfezionarsi nell’arte del ciclismo artigianale. Negli anni ’60, lavorò anche nelle botteghe di artigiani modenesi, tra cui Orazio Grenzi, che gli trasmise competenze tecniche e un forte spirito innovativo. Nel 1972, quando Grenzi trasferì la sua attività a Bologna, vendette l’officina a Paletti, che continuò a produrre telai con il marchio “Grenzi/Paletti”. Questa collaborazione lo avvicinò all’ingegnere Ognibene, fondamentale per lo sviluppo dei suoi brevetti.





Quando Paletti aprì la sua officina a Modena, iniziò a mettere in pratica le sue intuizioni, perfezionando tecniche innovative e soluzioni ingegneristiche mai sperimentate prima. Negli anni ’70, incoraggiato dall’amico Licinio Marastoni, iniziò a lavorare su un sistema per fissare il deragliatore anteriore direttamente al telaio, creando un prototipo che si distinse per eleganza, funzionalità e leggerezza. Nel 1978, il progetto fu brevettato, segnando l’inizio di una rivoluzione nel mondo delle biciclette. Nel 1980, con il supporto dell’ingegnere Ognibene, Paletti sviluppò due brevetti cruciali: un sistema di comandi per il cambio con cavi integrati nel tubo diagonale e un sistema di freni integrati nel telaio. Questi brevetti anticipavano le tendenze moderne e facevano parte di un progetto ambizioso per una bicicletta senza cavi visibili. Nel 1981, il prototipo fu presentato alla fiera di Milano nel 1983, dopo quattro anni di lavoro.




I telai Paletti si sono distinti per l’eccellenza tecnica, il design curato e l’originalità grafica. Tra i modelli più iconici, spicca il Meteor, disponibile nelle versioni strada e pista, oggi molto ricercato dai collezionisti. Paletti, infatti, progettò speciali tubi incavati per questo modello, che furono poi adottati da altri artigiani, come Walter Dosi per il suo Futura nel 1975.
Le biciclette Paletti hanno partecipato a moltissime gare classiche fra cui il Giro d’Italia; la Milano
San Remo; il Giro di Calabria; in pista alla Sei giorni di Milano.





Nel laboratorio di Luciano Paletti nascevano biciclette da corsa, turismo e cross, realizzate con cura artigianale. Con il tempo, il settore ha visto un cambiamento radicale, dominato ora da colossi asiatici che investono in tecnologia e sponsorizzazioni. Tuttavia, la qualità spesso cede il passo al prestigio del marchio. Paletti ha sempre sostenuto che la bicicletta debba adattarsi al ciclista, contrariamente ai prodotti standardizzati delle grandi marche. Un tempo, l’azienda esportava l’80% delle biciclette, ma la concorrenza globale ha reso difficile mantenere questa quota, con il mercato che premia più la moda che la qualità. Nel suo laboratorio, ciclisti come i fratelli Vandelli e Silvano Riccò hanno iniziato la loro carriera. Negli ultimi anni, l’introduzione dell’elettronica e dei materiali innovativi ha rivoluzionato il settore, ma la tendenza del mercato continua a privilegiare le novità prodotte in serie, spesso a scapito della qualità artigianale.
Nel 1997, il figlio Michele entrò nell’officina di famiglia, affiancando il padre Luciano, la madre Giuliana e un telaista. Fin da piccolo smontava e rimontava biciclette, sviluppando una passione che lo portò al ciclismo agonistico. Vinse titoli tricolori da allievo e juniores, poi gareggiò da professionista con Ariostea e Mapei, partecipando al Tour de France.
Oltre alla sua passione per la bicicletta, la famiglia Paletti ha sempre avuto un forte legame con il ciclismo agonistico. Nel team Ciclistico Paletti, ad esempio, Riccardo Riccò conquistò il titolo di campione italiano Junior nel 2001, e Luciano stesso si dedicò anche al ciclocross. Paletti ha sempre creduto nel talento dei giovani e ha contribuito alla carriera di molti ciclisti.
Tre mesi prima della sua morte, Luciano Paletti fondò la ASD Simec Fanton Cicli Paletti, una squadra di giovani ciclisti provenienti dalla pedemontana modenese, creando un nuovo spazio per l’educazione e lo sviluppo dei futuri campioni. Luciano Paletti si spense il 20 giugno 2015. Dopo la scomparsa di Luciano, la gestione del negozio passò alla moglie Giuliana e ai figli Michele ed Elisabetta, che da sempre avevano collaborato nella conduzione dell’attività e della squadra ciclistica.



Luciano Paletti è stato una figura di spicco nel mondo del ciclismo, amato e stimato da molti appassionati, ma soprattutto dai suoi nipoti, Luca e Lisa Paletti.
Nel 2013, Luca era ancora un bambino, ma trascorreva molto tempo nel negozio del nonno. Svolgeva piccole mansioni quali smontare e lavare le biciclette della Ciclistica Maranello, squadra che ancora oggi utilizza bici a marchio Paletti.
Ricorda con affetto: “Il nonno lavorava alle bici della Ciclistica Maranello, io mi occupavo di smontarle e lavarle, ma non ero io a rimontarle, ero ancora troppo piccolo. Era lui a riassemblare i pezzi.” Luca intraprese la carriera agonistica all’età di 12 anni. Nel 2018, il Team Ciclistico Paletti ha ampliato la propria attività, aggiungendo la categoria Allievi a quella Juniores, già esistente. Dal 2019 al 2022, Luca ha corso proprio per il team Paletti, fino al grande salto nel mondo professionistico. Nel 2023, ha firmato il suo primo contratto da professionista per quattro anni con la Green Project Bardiani CSF Faizané della famiglia Reverberi. Anche Lisa è cresciuta immersa nel mondo del ciclismo. Seguendo il team alle gare, ha sviluppato una forte passione per questo sport, trovando il suo posto come fotografa all’interno dell’ambiente che il nonno tanto
amava. Lisa iniziò scattando foto durante le competizioni locali, affascinata dai giochi di ombre e riflessi sulle biciclette in movimento. La sfida era fermare l’attimo perfetto, dove la fatica dei ciclisti si mescolava con la bellezza della corsa.
A partire dal 2025, saranno proprio Lisa e Luca a prendere in mano l’attività di famiglia, con l’obiettivo di farla evolvere, ma senza dimenticare le proprie radici. Con dedizione e rispetto per il lavoro del nonno Luciano, porteranno avanti la sua eredità, unendo tradizione e innovazione.

